L’idea iniziale dell’autore era quella di fissare e di fondere insieme quanto piú possibile gli avvenimenti in cui veniva coinvolto con quelli di cui era artefice in un paese che iniziava ad affascinarlo,
dove era giunto e si era stabilito per caso: il Costa Rica. L’artifizio iniziale sembrerebbe una postura maliziosa e fantastica: un aereo atterra, uno straniero fa molta strada per non incontrare nulla che lo
riconduca a certezza. Chissá chi lo ha ingannato, infatti l’anziano romano, il pittore trasteverino, non é morto, anzi la salma di questi non si trova perché non esiste, per lo meno non laggiú
in questo dove sperduto rappresentato dalla minuscola cittadina del Sud dello staterello centroamericano. Un abitato nel quale faticosamente é arrivato dopo varie traversie di cui non si fa menzione. Poi che
altre evidenze ha ? Nessuna, forse il vecchio artista, macchietta alla Petrolini di una Roma della “dolce vita” che non esiste piú, laggiú non ci ha mai messo piede e quindi la sua ricerca-inchiesta
si é conclusa sul nascere con un nulla di fatto... Allora che fare?
Meglio tentare di costruire qualcosa, azzeccare un lavoro che dia da mangiare, ancor meglio un’attivitá od un commercio in proprio, piuttosto che tornare in Italia senza aver concluso nulla... Ecco che il giorno della Resurrezione di Gesú del 2006, la santa Romana Pasqua cattolica e apostolica, gli riserva un’esperienza davvero straordinaria: salire in cima ad una montagna, conoscere la Casa
de Piedra e i suoi personaggi che formano una comunitá New Age vera e propria... poi nella stessa serata cantare le lodi del Signore insieme ai ragazzi della Chiesa biblica Agua Viva in Dominical dove si crea
un’atmosfera di sincera e moderna condivisione di Fede: nasce quindi (o ritorna) una forte voglia di fare cinema quando la realtá che si presenta di fronte é giá un film di per sé.
E con i mezzi che sono a disposizione si puo’ tentare nell’area Home Video semi-professionale. C’é, poi, anche il desiderio d’infondere in quei ragazzi svezzati in quel primordiale
clima tropicale tutta questa voglia e sete di cultura cinematografica e d’esperienze attoriali di cui é impregnato il protagonista che si cimenta sia dietro che davanti alla macchina da presa come fece
Pasolini in “Comizi d’Amore”. Ecco l’idea d’una inchiesta, a tratti anche
rigorosa, a volte tra il serio e lo scanzonato, che risulti un sondaggio attendibile tra gli adoloscenti e anche gli adulti ( ma assai piu`defilati) sull’opportunitá d’aprire una scuola per formare
attori, nella cittadina di S.Isidro in quel di Perez Zeledon, considerando anche le prospettive limitate di una nazione che ha una produzione limitatissima di film. Quel che si vede s’importa da paesi vicini.
Questo fatto non risulta molto comprensibile perché ci sarebbero tutte le premesse per renderla assai prolifica e presentarla con successo nella ribalta del cinema latino, proprio per quella che si potrebbe giudicare
una predisposizione naturale. Gli altri forti stimoli, per l’autore che questo lungometraggio l’ha voluto con grande impegno, hanno fatto perno sulla natura, i paesaggi, la flora e soprattutto la fauna:
di sponda tutti questi elementi investono il film senza che questo si caratterizzi minimamente come un documentario. É opera cinematografica, punto e basta!
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