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NOTIZIE sulla Preparazione e realizzazione del Film:i suoi tempi d’azione sono differenziati
nel corso di quasi due anni...

Differenti fasi di Montaggio
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Montaggio
 

historia

A ottobre del 2006 Erler giunge in Costa Rica con la parte girata a partire da Dicembre sino a Maggio. É stata montata presso lo studio di Andrea Tani a Firenze con la tecnologia Premiere e sofisticati computer Mc.Intosh. Il premontato é preso in esame dal Centro di Cine di S. José: é un altro stimolo per raccogliere le ultime energie e andare in porto con il lavoro, cioé concludere quadrando il film.
La parte montata a Firenze riguarda le fasi della splendida “Fiesta della Luz” di Perez Zeledon e di quelle parti che si considerano cardini del film e si definiscono “wendersiane”: la lunga corsa con la jeep sotto la pioggia battente con il ragazzo costaricense che, pur essendo diventato il suo aiuto, lo deve lasciare per raggiungere la sua famiglia che si é trasferita a Panamá (Kenneth Alvarez), segue l’apparizione delle scimmie al loro lauto pasto e poi l’approdo sulla spiaggia con i rossi infuocati del sole al tramonto, la toccante “psico-intervista” ( con sfondo di caprette e famiglia al lavoro) al ragazzo sfortunato che da bambino cadde rovinosamente in bicicletta e dopo aver battuto la testa é quasi come fosse rimasto bambino per sempre.
Particolare risalto agli straordinari incontri presso l’iglesia Agua Viva di Dominical dove il pastore californiano Chris Deming di soli 18 anni infonde le sue emozioni musicali: giovani di diversi paesi, americani e non, si trovano per scambiare le loro esperienze sfiniti dopo ore di pratica dello sport  principe laggiú: il Surf. In queste parti considerate determinanti nell’economia del film il montaggio mette in particolare risalto l’esplosione d’ingenua novitá che la vita semplice e tenera di queste persone incontrate produce nella coscienza dell’autore.
Invece tutta l’altra parte di edizione si realizza negli studi di Perez Zeledon di Alien Art con il programma VEGAS 7.0 della Sony.
Il siparietto dove l’autore insegna a recitare dal vero i ragazzi del lussuoso ristorante bar invece é montato con Pinnacle Studio 10 DC plus: qui é il vino a rappresentare la chiave d’ingresso per le interrelazioni (specie tra genti con culture e tradizioni diverse) che si svolgono nel mondo intero! Pensate cosa sarebbe il pianeta d’ancor piú crudele di quello che é, con tutte le guerre che sono in corso nel terzo millennio, se non fosse un poco ingentilito dall’icona universale di Bacco (con  i suoi irresistibili effluvi)?
C’é poi l’azione della pistola dello scrittore, che vuole demolire l’equazione poeta=omosessuale per quella che é la grezza ossessione della gente comune, queste fasi infuocate quindi sono montate con il programma Cyberlink historiaPower Director 5.0, adatto per rendere un’atmosfera da ossessione.
Infine moltri e differenti tra loro sono gli effetti speciali, specie sonori, per sottolineare le differenti azioni. Ad esempio dallo strapiombo della cascata sopra la Casa de Piedra la voce della caduta nel vuoto é di una donna, trasformata in voce maschile in quanto la disgrazia occorse purtroppo ad un giovane ragazzo canadese. Il tonfo al termine della caduta é stato adattato con un sintetizzatore in quanto non era facile produrre un simile effetto di un corpo che impatta contro un masso. Altri aspetti sono evidenziati dalla musica mistica, spaventevole e misteriosa di Mariani che sottolinea le scene del dormitorio e delle possibili presenze di spiriti: ci si trova accanto alla stravagante sala riunioni della comunitá. E per facilitare l’ascesa dell’anima del canadese centinaia di lumini sono stati accesi, quelle fiammelle quindi sono la testimonianza della fresca disgrazia che ha scosso la comunitá.
Degno di menzione é il turbine blu, sempre frutto del cilindro magico di effetti Premiere, di separazione dell’unico flashback quando verso la fine lo scrittore ricorda le scene della distribuzione degli sfortunati cagnolini.
Quanto a sventure, anche se sono appena accennate come la grande frana sulla via del mare ed il tir capovolto, é pieno zeppo il film.  C’é un’unico filo intersecato ad una possibile intuizione del senso compiuto di tutta la narrazione (con una voce narrante appena accennata che spiega assai poco) e per il lento procedere forse nel suo totale il film riesce ad infondere serenitá ed anche l’anelito ad una speranza di respiro universale.  Che nella vita di ognuno sia contenuto un disegno ineludibile e meraviglioso, e che vale la pena sorridere di più e più spesso sapendo considerare il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto, come gli hippies vegetariani che si sentono miliardari solo a poter sguazzare nel loro orto. Chissà che l'opera filmica possa funzionare anche per una terapia anti-dolore, sia per chi soffre che per chi vuol ingannare il tempo e sognare un po’ sulla maestositá di certi paesaggi disseminati qua e lá.